LA FESTA
Sergio Padovani è un visionario. Se da un lato sono chiari i riferimenti in particolare alla grande pittura della tradizione fiamminga, dall’altro il confronto con le istanze del contemporaneo fanno di lui un pittore che non lascia indifferenti.
Le immagini possono sembrare diaboliche, frutto del peccato e del disfacimento di una civiltà che vive in un limbo purificatore, la sua composizione ci restituisce una realtà onirica cruda.
Francisco Goya, a proposito della sua opera Il sonno della ragione genera mostri, dice: “La fantasia abbandonata dalla ragione genera mostri impossibili: unita a lei è madre delle arti e origine delle meraviglie”. La fantasia è dunque alla base di tutte le creazioni. Se lasciata incotrollata produce nel subconscio mostri irrazionali, se invece è accompagnata dalla ragione viene ad avere una potenza inesauribile.
I personaggi che appaiono in questi mondi sembrano prigionieri delle apparenze, costretti a vivere in un transitorio irreale, dando pieno sfogo al lato irrazionale e immaginario. La composizione non è pianificata, non esiste un bozzetto preparatorio, semplicemente arrivano sulla tela con la forza di una necessità. Padovani non vuole fornire soluzioni agli enigmi del mondo, nessuna spiegazione o descrizione. La sua è una sfida con il reale e le sue contraddizioni, una lettura delle sfaccettature di cui è composta l’esistenza.Sergio Padovani racconta così la genesi de “La Festa”: “Siamo tutti colpevoli. Nessuno escluso. Il senso di appartenenza al mondo ha lasciato spazio al senso di appartenenza al nulla, anzi al proprio vivere. Il nostro merito è tutto qui: esistere. Come diceva Aristotele “Dio è troppo perfetto per poter pensare ad altro che a se stesso” e quindi inutile opporsi, inutile trovare le vie nascoste della sopravvivenza.
Non resta che la celebrazione! Festeggiamo dunque, immergiamoci nelle acque che non hanno via d’uscita, galleggiamo facendoci largo verso il vuoto, stolti tra gli stolti, ciechi tra i ciechi, ridicoli orpelli di un circostante che non ci sostiene ma ci avvolge, proprio come abbiamo sempre desiderato. I pali di legno sono alzati, i festoni appesi, i fuochi bruciano come roghi interiori, i palazzi costruiti sono quinte di un teatro di ingegnosa civiltà contemporanea. Il cielo ci pesa addosso. Ogni luce che trapassa le nuvole da una tonnellata ciascuna, si precipita a nascondersi nella nebbia come per non voler essere trovata. E festeggiando senza fine aspettiamo l’intervento divino, senza saperne neanche bene il perchè. Ma forse è già passato e non ce ne siamo accorti. Sarà per un’altra volta.Sergio Padovani è Nato a Modena nel 1972 dove vive e lavora. Dopo un esordio come musicista, dal 2006 approda alla pittura che diventa così la sua unica e primaria occupazione. Nel solco della grande pittura del Quattrocento, la visionarietà del suo dipingere (privo di bozzetti preparatori o altre “pianificazioni”dell’opera) trova, nel confronto con le istanze del contemporaneo e attraverso la simbologia e l’importanza dei dettagli, la sua piu completa narrazione.
Tra le esposizioni più recenti si ricordano la partecipazione nel 2011 alla 54^ Biennale di Venezia e nel 2016 alla Biennale del disegno di Rimini; nel 2020 La Prigionia dell’Io a Palazzo Ducale di Pavullo nel Frignano e Pittori fantastici nella valle del Po, a cura di Camillo Langone al Padiglione d’Arte Contemporanea di Ferrara; le personali nel 2019 L’invasione presso The Bank Contemporary Collection di, Bassano del Grappa, nel 2018 VisioVictus. Un ciclo pittorico in tre atti alla Rocca Sforzesca di Riolo Terme e Vismentua a Palazzo Ducale di Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia), nel 2017 Sanctimonia al Museo Diocesano di Imola.
Le sue opere sono presenti nelle più importanti collezioni sia in Italia che in Europa ed in permanenza al Museo Diocesano d’Arte Sacra di Imola, al MACS di Catania, al Museo Michetti (CH), alla Galleria Estense di Modena, all’ MCA di Camo (CN), al Museo Ruggi d’Aragona(CS), nella collezione The Bank Contemporary Art Collection. Nel 2021 è in programma la sua personale alla Fondazione Stelline di Milano. |
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waw!
1/ work 1/ artist 1/ weekOgni martedì sarà svelata un’opera di un artista visitabile per una settimana.
In un periodo che non ci consente inaugurazioni, vogliamo così proporre una sorta di mostra in fieri, un’opportunità di vedere, sia in galleria che online, un singolo lavoro e dargli la giusta importanza.Vogliamo riappropriarci del tempo e dello spazio.
Il tempo di approfondire, di guardare con calma una sola opera, di entrarci, di leggerla, senza essere bersagliati da una miriade di immagini che ci distraggono e ci confondono.
Lo spazio fisico, perché l’opera va vista, toccata, a volte annusata. L’online è un prezioso strumento finché di supporto a qualcosa di concreto, la sola presenza virtuale non è sufficiente.Dopo mesi passati come spettatori passivi, questo progetto segna un ritorno all’analogico e al reale. Instagram e internet ci tengono costantemente aggiornati, ma con la stessa velocità con cui propongono un’immagine la fagocita sostituendola con il susseguirsi di innumerevoli altre. La pittura ha ritmi diversi, sia nella sua realizzazione che nella sua fruizione. Waw! intende riportare la fisicità dell’opera e il giusto tempo per apprezzarla.
Gli artisti in mostra sono quelli in cui crediamo, quelli su cui investiamo, quelli che vorremmo nella nostra collezione personale. Ci riappropriamo di una funzione della galleria che si sta perdendo, quella di un luogo di scambio culturale, di idee, di progetti, di conoscenza, di uno scambio umano, e ovviamente di vendita.
Già nel 1996, la Galleria L’Attico di Fabio Sargentini organizzò la rassegna Martiri e Santi, in cui dal primo febbraio fino alla fine di maggio presentò ogni sera un’opera di un artista diverso. Un’unica parete nuda, dipinta di nero, su cui si alternarono circa cento nomi storici e artisti emergenti, da Sironi a Boetti, da Schifano a Cucchi, da Galliano a Pusole.
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, affermava secolo Antoine-Laurent de Lavoisier, chimico, filoso e economista del XVIII secolo. La pittura è ancora oggi un mezzo che offre infinite possiblità di espressione, e waw! vuole proporre una selezione delle opere più interessanti.
appuntamenti precedenti:
6 OTTOBRE – ALFIO GIURATO
13 OTTOBRE – STEFANO BOSIS
20 OTTOBRE – DAVID DE BIASIO
27 OTTOBRE – ANDREA MARICONTI
3 NOVEMBRE – MAGDALENA LAMRI
10 NOVEMBRE – DANIELE VEZZANI
17 NOVEMBRE – NICOLO’ QUIRICO
24 NOVEMBRE – SERGIO PADOVANI
periodo: dal 6 ottobre, ogni martedì, ogni settimana
luogo: Federico Rui Arte Contemporanea / via Turati 38 / Milano
orari: da martedì a venerdì / dalle 15.00 alle 20.00 / su appuntamento
in ottemperanza ai nuovi decreti governativi, la galleria è chiusa al pubblico e la programmazione è solo online |
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